Voci d’autore – Se i genitori dicono no alla Gelmini
Come volevasi dimostrare. Il ministero dell’istruzione ha diffuso i dati d’un campione significativo delle richieste di iscrizioni alla prima elementare e i risultati parlano chiaro: solo il 3% delle famiglie ha scelto le 24 ore, il 7% ha scelto le 27 ore, il 30% ha scelto le 30 ore e il 34 % ha scelto le 40 ore. Dunque, dalle famiglie arriva una sonora bocciatura del maestro unico. Posti di fronte alla domanda: vuoi una buona offerta formativa o ne vuoi una scarsa e striminzita, solo il 3% ha optato per quella scarsa e striminzita spacciata come “riforma” dalla ministra Gelmini. Non che ci volesse molto a prevederlo. Però la ministra si affanna a ripetere che non si tratta di una contestazione del maestro unico visto che comunque rimarrà “centrale” poiché non solo le 24 ore lo prevedono ma anche tutti gli altri modelli di riferimento.
Solo che i conti non tornano. Ci si chiede come, a fronte di questo boom di richieste di tempo prolungato che sostanzialmente conferma l’andamento degli ultimi anni, con i tagli previsti dalla “riforma” si possa fra fronte alle compresenze, alle uscite, al tempo mensa e a garantire una qualità di insegnamento all’altezza degli anni passati. Aspettiamo di vedere cosa succederà, quale soluzione creativa verrà tirata fuori. Intanto le famiglie realmente riguardate dalla questione si sono pronunciate chiaramente. Di fronte a quelli che blateravano contro i danni del ’68, che dicevano “che volete che sia? la maestra unica l’abbiamo avuta tutti”, che provano in ogni modo a smantellare l’unico segmento di scuola di cui possiamo andare fieri, la risposta è stata che no, grazie, i nostri figli non possono tornare indietro di trent’anni. Passi per i voti, passi per i grembiulini, passi la condotta. Ma quando si vanno a smantellare le fondamenta i danni sono più gravi e dunque le risposte più nette.